Vigili o funzionari? Il Tar boccia la sentenza del giudice del lavoro

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Per il giudice del lavoro hanno diritto ad essere inquadrati come funzionari, per il Tar no. La vicenda riguarda 318 vigili urbani di Roma.
“Si tratta di una decisione aberrante – commenta l’avvocato Giuseppe Pio Torcicollo, legale dei vigili, annunciando il ricorso al Consiglio di Stato e alla Cassazione – Il giudice del lavoro ha accolto il ricorso in quanto i posti erano non solo ‘vacanti’, ma anche ‘disponibili’, ma il Tar ha commesso un eclatante errore giudiziario, poiche’ recependo integralmente le argomentazioni difensive di Roma Capitale, si sono arrogati il diritto di riesaminare la questione gia’ affrontata e decisa dal giudice del lavoro, l’unico competente in materia”. La vicenda risale al 2008 quando si dispose la riorganizzazione del Corpo della Polizia municipale romana con la previsione di aumento a 3000 unita’ dei funzionari. Al 2014 invece risale il ricorso, vinto da 318 dipendenti, per ottenere il riconoscimento del loro “diritto ad essere inquadrati nella categoria D nei limiti dei posti vacanti e disponibili”.
Una sentenza rimasta lettera morta, che ha spinto i vigili a ricorrere al Tar. “L’espressione ‘vacanti e disponibili'” adoperata dal giudice del lavoro però per il giudice amministrativo deve essere interpretata “come una necessaria combinazione di presupposti che devono co-sussistere”; “la disponibilita’ deve intendersi strettamente correlata alla pianificazione assunzionale dell’Ente” e quindi “in assenza di disponibilita’ di posti, Roma Capitale non ha disatteso la sentenza del Tribunale ordinario di Roma-sezione lavoro”.
“A questo punto presenteremo ricorso in appello al Consiglio di Stato, eccependo anche il vizio di ‘eccesso di potere giurisdizionale’, che poi potrebbe essere esaminato in Cassazione a sezioni unite, se anche il Consiglio di Stato non ci desse ragione. Ma noi ci auguriamo che il Consiglio di Stato capira’ l’errore evidente in cui sono incorsi i giudici del Tar. Si tratta di una battaglia di civilta’ e vogliamo reclamare giustizia a fronte di un evidente caso come questo di ‘malagiustizia’”, conclude il legale.