Dodici voti a favore, cinque contrari, sei astenuti. Un Csm diviso da il via libera al giudice napoletano Roberto Rustichelli al collocamento fuori ruolo.
Secondo la maggioranza la legge Severino, che pure ha stabilito il tetto massimo di 10 anni per il collocamento fuori ruolo dei magistrati, non ha abrogato le norme precedenti sui pubblici
dipendenti che non prevedevano un simile limite per i giudici costituzionali e per i componenti delle autorita’ indipendenti. Di qui la decisione del plenum, con il voto contrario dei 4 togati di Area e dei due consiglieri di Autonomia e Indipendenza, secondo i quali doveva invece essere applicata la Severino.
A favore hanno votato i togati di Magistratura Indipendente e di Unicost, i consiglieri di Forza Italia e il primo presidente della Cassazione Giovanni Mammone. Astenuti, il Pg Riccardo Fuzio, il gruppo della Lega e due laici del M5S.
Da segnalare l’erudito scambio di battute fra Ardita di Autonomia e Indipendenza e Ciambellini di Unicost: “Non si puo’ tollerare che la legge, come affermo’ Giolitti, si applichi ai nemici e si interpreti per gli amici”, l’affondo del primo. “Giolitti diceva anche che la retorica e’ un veleno micidiale”, la replica del secondo. Entusiasta Cartoni di Magistratura Indipendente: “Giornata storica, un magistrato assume la presidenza di un’authority che tutela il valore nevralgico della concorrenza”

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