“La separazione delle carriere non e’ una riforma contro la magistratura. Al contrario serve a conferire maggiore autorevolezza alla decisione del giudice. Ed e’ una mistificazione che va messa da parte paventare il rischio di un pm sottoposto all’esecutivo”. Così Beniamino Migliucci, presidente del Comitato promotore della proposta di legge costituzionale per separare le carriere in magistratura, voluta dall’Unione delle camere penali. Migliucci è stato ascoltato dalla Commissione Affari costituzionale della Camera che sta esaminando il ddl.
“In Europa noi costituiamo un’anomalia: ad esclusione di Grecia e Francia , tutti gli altri paesi hanno magistrati requirenti e giudicanti distinti nelle carriere – commenta Migliucci – uno dei primi magistrati a rendersi conto della necessita’ di separare le carriere e’ stato Giovanni Falcone che in un’intervista disse che il pm nel dibattimento non deve avere nessuna parentela con il giudice”. La proposta secondo Ucpi serve a garantire “la terzieta’ del giudice e la parita’ delle parti”, ma non tocca l’obbligatorieta’ dell’azione penale, che oggi comunque “non esiste piu'”, visto che che “c’e’ una discrezionalita’ che non e’ assistita dalla legge. Noi diciamo: manteniamo l’obbligatorieta’ , ma deve essere la legge a indicare modalita’ e priorita’”.

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