C’è il patent box e la start up, l’exit tax e il de tax, il ruling semplice e il ruling internazionale… Non avete capito molto? Perché non siete commercialisti o esperti di processo tributario.
Per il patent box possiamo dirvi che è un’agevolazione che consiste nell’esenzione parziale dei redditi che derivano dall’utilizzo di beni immateriali, per altre questioni vi suggeriamo una ricerca su gooogle o l’aiuto di un esperto, perché la ragione di questo articolo non è tradurre tutti gli anglicismi di cui è zeppo il processo tributario, ma un’altra: raccontare la petizione che un professore di Lecce, l’avvocato Maurizio Villani, ha presentato per ripulire di tutti i forestierismi il campo fiscale. Al grido di “usiamo la nostra bella lingua”, spiega Villani che “il Fisco italiano non solo è oppressivo, contraddittorio e confusionario ma, negli ultimi tempi, soprattutto per rendere ancora più difficile la vita ai cittadini-contribuenti, utilizza costantemente forestierismi invece di utilizzare i più chiari e semplici termini italiani (e questo, purtroppo, non si fa solo in campo tributario)”.
La prassi è stata in qualche modo anche avallata dallo stesso legislatore, a dispetto delle buone intenzioni. “Ultimamente, il nuovo Direttore Generale dell’Agenzia delle Entrate, Dott.
Ernesto Maria Ruffini – ricorda Villani – in un’intervista rilasciata a Italia Oggi ha spiegato che il nuovo Fisco deve rispettare questi criteri: meno burocrazia, carta e timbri, meno adempimenti, ingiustizie, meno distacco dalla vita reale di chi produce, meno distanza dalla lingua italiana e, se saremo bravi, anche meno balzelli”. Difficile non essere d’accordo, salvo poi scoprire che la stessa Agenzia nei suoi provvedimenti utilizza termini come Branch Exemption, Mismatching e Recapture. “Credo che a livello fiscale alcune volte si voglia utilizzare il termine straniero per confondere il cittadino-contribuente – spiega il professore – quando ad esempio si parla di tax expenditures che per chi non sa l’inglese si potrebbe tradurre in riduzione della tassazione, quando invece si tratta della riduzione o correzione delle spese fiscali e, quindi, indirettamente, di un aumento della tassazione”.
Villani allega alla petizione un elenco di 53 esempi (non esaustivo) di termini stranieri utilizzati anche dal legislatore italiano in campo economico e fiscale, con la relativa traduzione italiana e cerca sottoscrittori. Il documento è pubblicato a questo indirizzo.

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