Due pagine a fronte, due interviste a due ex magistrati, Antonio Di Pietro e Carlo Nordio, che demoliscono la riforma della prescrizione addossando la colpa della giustizia lenta agli ex colleghi, molti dei quali “fannulloni”.
Sentite Di Pietro: “Io ne ho viste tante – spiega a Francesco Specchia – Ma non avevo mai visto il bisogno di fare una legge per dire di fare un disegno di legge con cui faranno una legge… Diciamo che è una grossa ipocrisia, fatta alla democristiana maniera, che serve solo a Salvini e Di Maio per accontentare i propri elettorati. Bonafe’ vuoi fare davvero la riforma della prescrizione e del processo? Fusse la madonna! Ma, santiddio, se non sai ancora di che riforma parliamo (è una cosa nuova? o torniamo al sistema accusatorio per me auspicabilissimo? Boh) come fai a legarci la prescrizione? Ha una vaga idea di quanto tempo ci voglia?”. E prosegue: “Certo, poi c’ è la questione della produttività di magistrati. Molti fanno solo i notai, non leggono i fascicoli. Lo dico anche da ex pm: nella Pubblica amministrazione, quindi nella giustizia pure, c’ è gente che si fa il mazzo tanto, ma altra che se ne fotte altamente. Io all’epoca di Mani Pulite, su casi di corruzione da 15 milioni di lire ci misi 4 anni per fare i fascicoli”.
Ecco invece Nordio. L’addio alla prescrizione è stato legato alla riforma del processo penale: equivale a dire che non si farà mai?”, gli chiede Pietro Senaldi. “Vuol dire che nella migliore delle ipotesi arriverà tra qualche anno. Una riforma seria richiede tempi di elaborazione, e di discussione parlamentare, incompatibili con le date indicate. E poi non si sa neppure che riforma vogliono. Mi creda, la prescrizione non sarà abolita, anche perché farlo sarebbe contrario all’articolo 111 della Costituzione, secondo il quale il processo deve concludersi entro termini ragionevoli”

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