A pochi giorni dalle elezioni del Csm, ci si interroga sul cambio di rotta (verso destra?) che il neo ministro Bonafede starebbe imprimendo al alle gerarchie del dicastero.
Lo fa Liana Milella con un lungo e molto informato pezzo a pagina 12 di Repubblica: “La domanda, con i relativi dubbi, serpeggia in questi giorni tra i magistrati – si legge nell’incipit del servizio – E suona così: «Ma Bonafede, il nostro neo Guardasigilli, ha deciso di partecipare attivamente all’ultima settimana di campagna elettorale per il rinnovo del Csm? Magari favorendo Unicost e i davighiani?».
L’appuntamento è per sabato 8 e domenica 9 luglio, si sceglieranno i 16 componenti togati del Consiglio, mentre la settimana seguente il Parla in seduta comune eleggerà i membri laici. “Ma perché Alfonso Bonafede, il nuovo ministro della Giustizia, starebbe giocando una partita proprio contro la sinistra? Ecco il giudizio di una toga di grande esperienza che chiede però, considerato l’ argomento, rigorosamente l’ anonimato: «E che dubbio c’è? Certo che Bonafede sta giocando questa partita. Basta vedere le nomine che ha appena fatto in via Arenula, uno spoils system che non s’era mai visto, un ricambio a 360 gradi, via il vecchio dentro il nuovo, altro che continuità…».
“È l’argomento del giorno, il ministero che in pochi giorni cambia faccia, via bruscamente l’ eredità dell’ ex ministro Andrea Orlando, via tutta la sua squadra, Beppe Grillo in visita a Bonafede nella storica stanza che fu di Togliatti. Un ministro che stoppa l’ ingresso nei suoi uffici di due figure della sinistra, l’ ex ministro Pd Anna Finocchiaro e l’ ex senatrice bersaniana Doris Lo Moro che chiedono al Csm di rientrare in magistratura ma subiscono l’ altolà del Guardasigilli che frena anche sul via libera a Felice Casson, anche lui ex senatore di Mdp come Lo Moro, nel ruolo di magistrato di collegamento tra l’ Italia e la Francia…”.
“…A guardare l’ organigramma le sigle che spiccano sono quelle di Unità per la costituzione, il gruppo moderato e di centro, e di Autonomia e indipendenza, i davighiani. Entrano nomi che non sono noti alle cronache per il loro passato e quindi in alcun modo possono fare ombra allo stesso ministro, come avrebbe potuto fare l’ ex pm di Palermo Nino Di Matteo. Di certo è vicino a Unicost il nuovo capo di gabinetto Fulvio Baldi, ex sostituto procuratore generale in Cassazione, che ha sostituito Betta Cesqui, da sempre toga rossa di Md. Di Unicost anche il nuovo capo delle carceri, Francesco Basentini, ex procuratore aggiunto a Potenza e titolare dell’ inchiesta Tempa rossa, che dall’ oggi al domani ha preso il posto di Santi Consolo, il cui rapido benservito nel giro di 24 ore lo ha costretto alla pensione”.