Sanzionare con illecito disciplinare il magistrato che si iscriva ad un partito politico non presenta alcun profilo di illegittimità costituzionale. La ha deciso la Corte costituzionale ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità sollevate nel caso di Michele Emiliano, governatore della Puglia e già candidato alla segreteria del Pd.
La disposizione riguarda l`articolo 3, comma 1, lettera h, del decreto legislativo 109/2006 di riforma del sistema disciplinare dei magistrati. La Sezione disciplinare lamentava, nel caso di specie, la violazione degli articoli 2, 3, 18, 49 e 98 della Costituzione.
Magistrato in aspettativa, Emiliano era stato accusato di illecito disciplinare al Csm per essersi iscritto a un partito, aver fatto attività politica e aver partecipato alle primarie del Pd. A fine luglio gli atti erano stati inviati alla Corte Costituzionale per la valutazione. Intervengono con una nota anche i legali del governatore, Aldo Loiodice, Vincenzo Tondi della Mura, Isabella Loiodice, spiegando che “l’Ufficio stampa della Corte Costituzionale ha comunicato che la Corte ‘ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale riguardanti l`illecito disciplinare precisando che ‘la motivazione della sentenza sarà depositata nelle prossime settimane’, senza tuttavia specificare il tipo di sentenza di prossima adozione. Dal comunicato non e’ dunque possibile dedurre contenuti e conseguenze processuali e sostanziali della sentenza, se da intendersi o meno come applicabile in senso lineare a tutti i magistrati collocati fuori ruolo per lo svolgimento di un mandato elettivo”.