Tagli in vista per le parcelle degli avvocati del Comune di Roma. Ad annunciarle il Messaggero, secondo cui “la giunta di Virginia Raggi è pronta a calare la scure sui compensi degli avvocati comunali, la pattuglia di legali a cui tocca difendere l’ amministrazione di Roma da una pletora di cause, ricorsi e richieste di risarcimento (ogni toga smista in media 439 pratiche l’ anno, dieci volte tanto rispetto ai colleghi di Milano)”.
“Lo stipendio base, a Roma, si aggira intorno ai 100 mila euro annui – scrive Lorenzo De Cicco – ma i difensori di Palazzo Senatorio riescono a sommarci un buon gruzzolo grazie agli onorari dei singoli processi, che scattano in automatico quando si vince una causa. Compensi pagati non dal Comune ma da chi in Tribunale ha avuto la peggio. Questi extra possono arrivare fino a 70mila euro…”.
“Fino a oggi l’ onorario sborsato da chi ha perso il processo contro il Comune finiva al 90% in tasca all’ avvocato comunale e solo il 10% affluiva nelle traballanti casse di Palazzo Senatorio. D’ ora in poi, invece, l’ amministrazione raddoppierà la sua quota. Per i legali comunali, quindi, il taglio sarà del 10% l’ anno”.
Inoltre, secondo il quotidiano romano, “non ci sarà più l’ obbligo di inquadrare gli avvocati con la qualifica di dirigente, il cui stipendio, come detto, scavalla di norma i 100mila euro l’ anno. Un nuovo regolamento permetterà al Campidoglio di arruolare i legali come semplici funzionari, figura che da contratto guadagna poco più di 30mila euro lordi annui, oltre agli extra”.
Non manca un retroscena: “A Raggi non è piaciuta la memoria difensiva con cui il pool legale ha difeso il Comune nella class-action dei cittadini incidentati per colpa delle buche. Un documento, quello spedito al Tribunale civile, che in sostanza descrive un’amministrazione incapace di garantire la sicurezza stradale. Si sostiene infatti che sia «impossibile» controllare tutte le vie e le piazze della città e si consiglia ad automobilisti e centauri di essere «prudenti». Ma la sforbiciata agli onorari, assicurano in Campidoglio, non è figlia di quello screzio”.

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