Spigolature di Anno Giudiziario nei distretti italiani

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Dai titoli delle agenzie di stampa, la sintesi dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario nei vari distretti di Corte d’Appello in giro per l’Italia, almeno per come la vedono i cronisti. In tutte, spazio alle parole dei procuratori generali e dei presidenti di Corte d’appello, pochissimo agli avvocati. Un elenco che, naturalmente, non ha alcuna pretesa di essere esaustivo.
Legalità non è solo repressione per il pg della corte d’appello di Roma, Giovanni Salvi, che parla sul tema dei migranti: “Nessuna politica di sicurezza degna di questo nome puo’ fondarsi sulla marginalizzazione, sulla spinta alla clandestinità e al lavoro nero, quando non alla illegalità quale mezzo di sostentamento”.
Secondo il procuratore generale presso la Corte d’Appello di Salerno, Leonida Primicerio, “la giurisdizione credo che sia in crisi e che stia perdendo la sua originaria identità”. “Io vorrei che venisse tutelato Abele non meno che Caino – dice il presidente della Corte d’Appello di Trieste, Oliviero Drigani, parlando di legittima difesa – la sofferenza che ha creato in tante persone che si sono difese l’essere tenute a bagnomaria per anni, in un processo lungo e costoso, e’ qualcosa che spero che con questa riforma cambi”. Sul tema della prescrizione parla il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi: “Personalmente sono favorevole al blocco del suo decorso all’esito del giudizio di primo grado, quanto meno nei casi di condanna”. Da Salerno ecco il presidente della Corte d’appello Iside Russo: “Le recenti modifiche legislative in materia di immigrazione, come e’ prevedibile, provocheranno un consistente incremento dei ricorsi avverso i provvedimenti delle Commissioni Territoriali”.
“Il codice degli appalti, un ginepraio di disposizioni non sempre chiarissime e spesso contraddittorie, va rivisto se non addirittura soppresso”, è l’appello del procuratore generale di Perugia, Fausto Cardella. Il procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, parla di migrazioni: il contrasto all’immigrazione clandestina è “dovuto e sacrosanto”, ma la politica è “al tempo stesso totalmente disinteressata al profilo umanitario: potrei dire che la pietà, declinata nel suo senso laico, è morta”.
Da Milano il presidente della Corte d’appello Marina Tavassi spiega che “il distretto è pesantemente interessato dai procedimenti” legati alle richieste d’asilo. Da Catanzaro il procuratore Nicola Gratteri invita i cittadini: “Continuate a inondarci di denunce, di esposti e di richieste per essere sentiti”. A Bari invece come noto il problema riguarda l’edilizia giudiziaria: “Tempestiva la risposta all’emergenza assicurata dal Ministero, malgrado le difficoltà – dice il pg Anna Maria Tosto – ma ci aspettiamo che il percorso per assicurare a Bari una sede che sia unica, decorosa e adeguata, sia ripreso con rinnovato impegno e condotto a termine del più breve tempo possibile”.