Sparò al ladro per legittima difesa. Assolto in appello dopo 10 anni

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Assolto per aver agito per legittima difesa. Fu condannato nel 2010 a due anni e otto mesi per aver ucciso un rapinatore in casa nel 2008, il commerciante romano Diego Caioli. Che oggi, a distanza di dieci anni dai fatti, si vede riconosciuta dai giudici l’esimente della legittima difesa.
La decisione è della prima sezione della corte d’Appello di Roma, presieduta da Ludovica Cirolli, e arriva a 24 ore dall’approvazione in prima lettura al Senato della legge sulla
legittima difesa.
Minacciato con le armi e immobilizzato dai rapinatori, in un momento di distrazione il commerciante riuscì a liberarsi e cercò di fermare i due malviventi. Nella colluttazione, l’uomo prese la
pistola ad uno dei due banditi sparandogli a una gamba. Il proiettile colpì l’arteria femorale, uccidendo il rapinatore poco dopo. Con l’accusa di omicidio colposo r eccesso colposo di legittima difesa, il commerciante fu condannato in primo grado, fino al proscioglimento in appello.
“Prima della mia arringa avevo chiesto ai giudici un rinvio in attesa dell’approvazione della legge sulla legittima difesa domiciliare – spiega l’avvocato Daniele Bocciolini – ma la Corte ha ritenuto di poter decidere nel merito ribaltando totalmente la sentenza di condanna di primo grado, riconoscendo comunque nel caso di specie la legittima difesa. Chi viene aggredito da sconosciuti armati in casa propria, si trova in uno stato di turbamento e concitazione tale che è impossibile prevedere quale potrà essere la sua reazione. Non dobbiamo creare un far west, ed è giusto valutare caso per caso se sussistono i presupposti, ma bisogna anche evitare situazioni paradossali come questa in cui sotto processo ci finiscono le vittime”.