Sono 8 gli indagati dalla Procura di Roma nell’inchiesta sulle sentenze pilotate del Consiglio di Stato. Nel registro degli indagati sarebbero iscritti Giuseppe Orazio Russo, Nicola Russo, Stefano Vinti; Raffaele Maria De Lipsis, Luigi Pietro Maria Caruso, Piero Amara, Giuseppe Calafiore e Giuseppe Gennuso.
Quattro gli episodi di corruzione contestati, secondo quanto raccontato agli inquirenti dall’avvocato Amara. Che attribuisce un ruolo centrale al giudice del Consiglio di Stato Nicola Russo, ora sospeso, e all’ex presidente del Cga Sicilia, Raffaele Maria De Lipsis. In particolare quest’ultimo avrebbe ottenuto tangenti per 80mila euro, “per intervenire su alcune decisioni amministrative”, fra cui quella relativa ad un contenzioso che la società Open Land, rappresentata da Amara, aveva con il comune di Siracusa, alla quale avrebbe fatto ottenere un risarcimento dal comune siciliano di 24 milioni euro, solo due dei quali elargiti. In cambio De Lipsis avrebbe ottenuto 30 mila euro di tangenti. A svolgere un ruolo di “mediatore” in alcuni dei procedimenti che si sospettano “aggiustati”, sarebbe stato fra gli altri l’avvocato Stefano Vinti, oggetto di una perquisizione. Il suo nome spunta in una vecchia intercettazione nell’ambito del caso Consip, finita agli atti dell’indagine, tra Alfredo Romeo e Italo Bocchino.
Sulla vicenda interviene anche l’ufficio stampa della Giustizia Amministrativa precisando che “né a Palazzo Spada, a Roma, né a Palermo, presso la sede del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione siciliana, vi sono state oggi perquisizioni”.

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