Vent’anni per una sentenza, di più, vent’anni per un’assoluzione. Meglio ancora: per l’assoluzione di ben 22 su 23 imputati del maxiprocesso che fu. Persone che nel frattempo hanno visto le loro vite distrutte. Abbastanza per far dire a uno dei difensori che “in Italia la pena effettiva è il processo stesso”. Difficile dargli torto.
La storia viene da Perugia, l’inchiesta all’epoca fu chiamata “Quo Vadis” e riguardava, secondo i carabinieri del Ros, un importante traffico di cocaina dalla Colombia diretto al capoluogo umbro. Nell’indagine della procura di Perugia – quella del caso Meredith, per intendersi – finirono implicate 23 persone di varia nazionalità tra cui un brasiliano, un perugino, un romano, un napoletano e diversi cittadini colombiani.
Gli stessi che ieri sono stati assolti dal terzo collegio del tribunale di Perugia, presieduto dal giudice Giuseppe Narducci, che ha condannato a sei anni di reclusione un solo imputato, un colombiano di 60 anni. Tanto rumore per nulla.