Riforma Cartabia, tutti ne parlano, pochi ne sanno. Relazioni e vademecum on line

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Riforma Cartabia, questa sconosciuta. Mentre sui quotidiani l’argomento torna d’attualità fra le polemiche – l’ultima relativa all’aggravante del metodo mafioso e ai tre boss scarcerati a Palermo – e fonti di via Arenula ricordano che “ci sono due anni di tempo per tutti gli eventuali necessari correttivi, resta il fatto che l’articolato nel suo complesso è ancora poco conosciuto. Ma cominciano ad arrivare le prime note esplicative.

Su tutte, ovviamente da segnalare, la relazione del Massimario della Corte di Cassazione, 360 pagine di annotazioni per “una prima ricognizione, necessariamente effettuata in vitro, cui dovranno, inevitabilmente seguire le ben più organiche letture che solo l’applicazione concreta delle nuove norme potrà alimentare”, come annota nella premessa la Suprema Corte (la trovate qui ). Ben più agile ma ugualmente utile il breve vademecum pubblicato dall’avvocato Marco Lepri (la trovate qui ), che in trenta pagine riassume i punti salienti della Riforma analizzandone i principali elementi di novità, “dal deposito telematico degli atti, alle modifiche del codice penale, passando per la riforma di istituti processuali importantissimi come la difesa d’ufficio, il non luogo a procedere, il giudizio abbreviato e tanto altro”.

Sul tema come detto intanto fioccano le polemiche. Per il Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, “la riforma Cartabia è un disastro e si vede ogni giorno. Non mi sembra questa una risposta dello Stato alla questione sicurezza, non è una norma da paese civile”; per l’ex Ministra Giulia Bongiorno, l’allarme di Palermo va condiviso, “noi abbiamo fatto parte di un governo e io più volte, in interventi pubblici, ho fatto presente che una serie di interventi del Ministro Cartabia avrebbero potuto avere quelle conseguenze che adesso si sono verificate”.

Respinge le critiche Gian Luigi Gatta, ordinario di Diritto penale ed ex consigliere giuridico della Ministra Cartabia. “L’aggravante del metodo mafioso è stata introdotta dopo le stragi di mafia degli anni novanta, da piu’ di trent’anni, quando il codice già prevedeva oltre quaranta reati procedibili a querela – spiega – Ci si preoccupa oggi, quindi, di un problema che, se esiste, esiste da trent’anni, ben prima della riforma Cartabia”. Nel caso di specie Gatta fa notare che le lesioni guaribili in venti giorni, se aggravate dal metodo mafioso, erano già procedibili a querela prima della riforma Cartabia.