Richiedenti asilo, “espulsione bloccata finché pende il giudizio”

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Partendo dalla vicenda del tentato stupro in metropolitana a Milano, il quotidiano la Verità si domanda: “Ma per quale motivo Craxi Kecious era ancora in Italia?
Era arrivato nel nostro Paese nel 2007, da clandestino. Non ha mai avuto il permesso di soggiorno eppure, guarda un po’, ha potuto bivaccare nel nostro Paese per oltre dieci anni. Come mai non è stato cacciato prima? Beh, un motivo c’ è. Craxi Kecious aveva fatto richiesta d’asilo, gliel’hanno rifiutata, ma ha presentato ricorso. Dunque ha ottenuto la possibilità di restare sul territorio italiano fino alla conclusione del procedimento”.
Il pezzo analizza i meccanismi che garantiscono la permanenza nel paese “finché l’iter della richiesta d’asilo non è completo”, aggiungendo che “alla fine di luglio è arrivata una ordinanza della Corte di cassazione che rende decisamente più complicato cacciare i clandestini… perché, scrive la Corte, «il richiedente asilo ha diritto a rimanere nel territorio dello Stato in pendenza di esame di tale sua domanda» anche se «la stessa sia stata presentata dopo l’ emissione di provvedimento di espulsione, ferma restando la possibilità, in concorso con gli altri presupposti, di disporre il suo trattenimento».