«I batteri sono una firma che gli individui lasciano negli edifici che occupano…, una firma che può servire come indizio nelle indagini poliziesche».
E ancora: «I criminali, sulla scena del delitto, non lasciano solo impronte digitali e Dna. Fra le tracce ci sono anche i batteri che normalmente vivono sul corpo. Ognuno di noi ne rilascia in una stanza 36 milioni in un’ ora, soprattutto da pelle e naso».
Sono i risultati di una ricerca condotta ad Atlanta da Jarrad Hampton-Marcell dell’università di Chicago, coordinatore del Burglary Microbiome Project, di cui rende conto Repubblica con un servizio di Elena Dusi a pagina 17, che promette sviluppi molto interessanti per la criminalistica forense anche da noi. Basta solo riflettere sul fatto che negli Usa questo metodo è stato usato come prova già in 340 mila processi.