Nulla di fatto al Csm per la conferma di Roberto Rossi a procuratore della Repubblica di Arezzo. Il plenum ieri mattina aveva all’ordine del giorno la delibera della Quinta Commissione che proponeva la conferma ma ha deciso, dopo una lunga discussione, di accogliere la richiesta del consigliere laico di Forza Italia, Michele Cerabona, di “un approfondimento degli atti di questa delicata pratica”. La valutazione sarà affidata al prossimo plenum ma non tornerà in commissione.
Rossi e’ stato per lungo tempo al centro dell’attenzione dei media per la sua consulenza con il dipartimento affari giuridici di Palazzo Chigi e contemporaneamente titolare dell’inchiesta sulla Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, nel cui cda sedeva il vicepresidente Pierluigi Boschi, il padre dell’allora ministro Maria Elena.
Nel 2016, il Csm aveva aperto una pratica per presunta incompatibilità di Rossi, archiviata l’anno successivo. Il consigliere di MI, Corrado Cartoni, nella discussione ha detto di voler
“affrontare il tema della sua conferma dal solo punto di vista tecnico e non vorrei che nella richiesta di rinvio si nascondessero altre iniziative di tipo diverso, che non sono proprie, né consone per il ruolo del Csm”. Anche i consiglieri di Unicost hanno dato parere contrario al ritorno in commissione della pratica Rossi.

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