Procura a luci rosse, 11 anni per l’ex pm Staffa

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Undici anni di carcere con l’accusa di concussione. Condanna pesantissima a Perugia per l’ex pm Roberto Staffa

in relazione alle accuse di presunti favori fatti in cambio di rapporti con alcuni transessuali – compresa la concessione di temporanei permessi di soggiorno – episodi che sarebbero accaduti anche nell’ufficio del magistrato a piazzale Clodio.
Dopo 14 ore di camera di consiglio, la sentenza è arrivata a mezzanotte del 25 aprile e ha accolto le tesi del pm Gemma Miliani. Durante il processo erano emerse circostanze in cui in almeno in due occasioni Staffa avrebbe avuto incontri intimi anche con l’amante di un boss del clan Casamonica, per il quale avrebbe poi espresso parere favorevole alla concessione degli arresti domiciliari a casa della donna. All’inizio del processo però i giudici di Perugia avevano ritenuto inutilizzabili i filmati delle telecamere piazzate dai carabinieri nell’ufficio di Staffa in procura. L’ex magistrato, che da parte sua ha sempre rivendicato la propria innocenza, è stato condannato anche per avere violato il sistema Rege “al fine di rilasciare informazioni alle parti processuali” e per detenzione di materiale pedopornografico.