Processo civile, “la riforma on line da sabato”

in Rassegna Stampa by

Lei è un avvocato, ma gli avvocati sono in rivolta. I magistrati perplessi. Non la imbarazza? «No, perché gli uni e gli altri sono consapevoli che il rinvio al 2020 nasce dal dialogo con loro. Ma soprattutto sanno che la giustizia non può continuare a essere quella di oggi perché tra dieci anni avremo pure giudici, avvocati e cancellieri bravissimi, ma i cittadini non vorranno più entrare in un tribunale».
E’ uno dei passaggi, salienti, questo, dell’intervista concessa da Alfonso Bonafede a Liana Milella per Repubblica. Che si apre con il tema della libertà di stampa, ma poi entra nel vivo delle discusse riforme annunciate dal governo, quella del processo penale e quella del processo civile. SU quest’ultima in particolare – una bozza è già in mano agli avvocati con il vincolo della riservatezza – spiega il Guardasigilli che «sarà online a fine settimana. Prevede un processo veloce garantendo i diritti dei cittadini. Per le cause che lo consentono, senza istruttoria, il processo potrà durare una o due udienze al massimo. Se un imprenditore deve recuperare un credito, e c’è un’ opposizione palesemente dilatoria, avremo un processo flessibile che può durare pochissimo»… «Oggi ci sono l’atto di citazione e il ricorso, in futuro ci sarà solo il ricorso. Sarà rilanciata la figura dell’avvocato perché addirittura è previsto che, nei casi di negoziazione assistita, sarà valorizzata la testimonianza o la produzione di documenti nel contraddittorio dei due legali prima che inizi la causa. In giudizio ci andrà non chi vuole perdere tempo, ma chi vuole tutelare un proprio diritto». Non si rischia un processo per ricchi e per chi può permettersi avvocati di peso? «È esattamente il contrario, perché si ridurrà il tempo in cui si sta in tribunale, e quindi il costo della causa sarà inferiore».
Come si sente quando la definiscono un giustizialista populista?, chiede Milella. «Chi lo dice non mi conosce e non guarda le leggi che stiamo approvando. Il fatto che voglia rispettare il contratto di governo non vuol dire essere populista, ma rispettare gli impegni presi con i cittadini. Capisco che in Italia non tutti sono abituati a questa idea di politica. Giudici e avvocati sono in via Arenula quasi ogni settimana e non credo che ciò sia avvenuto in passato».