Quando la Cassazione fu investita della questione, definì la decisione dei giudici di Reggio Emilia “abnorme”.
Durante il processo Aemilia, quello sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nella regione i magistrati vietarono agli avvocati di aderire alla due giorni di sciopero proclamati per protestare contro la riforma Orlando. Era il maggio del 2017. La sentenza della Suprema Corte parlò di evidente “violazione del diritto costituzionale della difesa”.
Ma se errare umano, perseverare è diabolico, per cui ha lasciato sorpresi tutti – soprattutto i difensori impegnati nel processo – la nuova decisione dei magistrati di proseguire con il calendario udienze come se nulla fosse. La richiesta degli avvocati invece era di attendere il 4 luglio, giorno in cui sulla questione è previsto il pronunciamento della Corte Costituzionale.
Una scelta, secondo i legali, che rischia comunque di far retrocedere il processo al punto in cui si trovava prima della sentenza della Cassazione, a maggio 2017. In sostanza buttando un anno di udienze. La sentenza è attesa per settembre.