Potestà genitoriale e trasferimento di città senza consenso, la sentenza della Cassazione

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IL trasferimento da una città all’altra di una madre con il figlio piccolo, pur senza il consenso dell’altro genitore, non integra la decadenza dalla potestà genitoriale se il comportamento “è ampiamente giustificato dalla perdita del lavoro”.

Lo ha deciso la Cassazione occupandosi del caso di una mamma disoccupata che si era trasferita da Roma a Padova senza chiedere il parere del padre separato, per cercare una nuova occupazione e poter contare sul sostegno dei genitori, i nonni materni, che lì vivevano. La donna, giornalista come il padre del bambino, aveva perso la potestà genitoriale in seguito a una pronuncia delTribunale di Roma, poi ribaltata in appello. La Suprema Corte ora ha confermato il provvedimento di secondo grado spiegando che il comportamento “non integra i presupposti per la dichiarazione di decadenza dalla responsabilità genitoriale, che costituisce un provvedimento predisposto dal legislatore non a scopo sanzionatorio ma a tutela del minore e finalizzato a scongiurare ulteriori condotte pregiudizievoli da parte del genitore”.