Pagine Facebook, amministratori responsabili della privacy

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La sentenza della Corte Europea rischia di essere una rivoluzione copernicana intorno al nostro modo di usare i social network.

In pratica l’amministratore di una pagina su Facebook diventa corresponsabile – insieme alla stessa Facebook – del trattamento dei dati personali dei visitatori della pagina in questione. Lo ha stabilito una sentenza della Corte Ue. Gli amministratori delle pagine, infatti, possono ottenere dati statistici sui visitatori raccolti grazie a cookies associati agli utenti che consentono il monitoraggio del loro collegamento alla pagina.

Nel documento si legge che “Secondo la Corte, la circostanza che un amministratore di una fanpage utilizzi la piattaforma realizzata da Facebook per beneficiare dei servizi a essa collegati non può esonerarlo dal rispetto degli obblighi ad esso incombenti in materia di protezione dei dati personali. La Corte sottolinea che il riconoscimento di una responsabilità congiunta del gestore del social network e dell’amministratore di una fanpage presente su tale network in relazione al trattamento dei dati personali dei visitatori di tale fanpage contribuisce a garantire una più completa tutela dei diritti di cui godono le persone che visitano una fanpage, conformemente alle prescrizioni della direttiva 95/46 sulla protezione dei dati”.

E ancora che “qualora un’impresa stabilita al di fuori dell’Unione (come la società americana Facebook) disponga di varie filiali in diversi Stati membri, l’autorità di controllo di uno Stato membro è autorizzata a esercitare i poteri che le conferisce la direttiva 95/463 nei confronti di una filiale di detta impresa situata nel territorio di tale Stato membro anche se, in base alla ripartizione delle
funzioni all’interno del gruppo, da un lato, tale filiale (nella fattispecie la Facebook Germany) è competente solamente per la vendita di spazi pubblicitari e per altre attività di marketing sul
territorio dello Stato membro interessato e, dall’altro, la responsabilità esclusiva per la raccolta e per il trattamento dei dati personali grava, per l’intero territorio dell’Unione, su una filiale situata in un altro Stato membro (nella fattispecie la Facebook Ireland).

Per leggere interamente la sentenza, il link è questo