L’INTERVENTO – La pandemia ha acuito la crisi della professione, già in declino da anni, ed è più forte che mai l’esigenza che l’avvocato conquisti nuovi spazi professionali, affiancando alla tradizionale attività di assistenza in giudizio, la diversa e ugualmente prestigiosa attività di consulenza a privati e, soprattutto, al mondo dell’impresa. Ne scrive per PianetaGiustizia il Consigliere del COA Roma Irma Conti.
Un ambito nel quale muoversi in tal senso è da anni rappresentato dall’adeguamento degli enti e delle società al D.Lgs. 231/2001, orizzonte nel quale l’avvocato può assumere la triplice veste di consulente per la redazione e l’aggiornamento del modello organizzativo o di componente dell’organismo di vigilanza, oltre che di difensore dell’ente nei processi. Il Decreto Legislativo 231 ad oggi non ha trovato una diffusa applicazione, poiché le imprese non colgono una reale utilità ed efficacia connesso all’adeguamento, in quanto il vaglio di idoneità del modello è aleatorio e presenta varie criticità.
Per tale motivo unitamente ai componenti della Commissione di Diritto Penale dell’Ordine di Roma, colleghi e colleghe particolarmente qualificati e studiosi della materia, abbiamo formulato una proposta di legge, già consegnata al Ministero della Giustizia ed alla Commissione Giustizia del Senato, che prevede per le imprese che si dotano di un modello organizzativo preventivo, di ottenere la certificazione di idoneità riservando il sindacato in ordine alla sua efficace attuazione all’autorità giudiziaria.
Si tratta di una proposta di legge che, nell’incentivare le imprese all’adeguamento alle disposizioni “231”, è destinata a creare ulteriori – tanti – spazi professionali per l’avvocato ed anche per i commercialisti, sia nella già nota veste di consulente nell’elaborazione dei modelli, che in quella, nuova, di certificatore qualificato degli stessi. La proposta infatti prevede di affidare agli Ordini il compito di formare elenchi di professionisti qualificati, che possano validare i modelli sottoposti dagli enti, certificandoli per l’eventualità di un giudizio ed offrire così alle imprese uno strumento “idoneo” per proteggersi da processi che incidono sull’economia del Paese e per una diffusa attività preventiva.
Non v’è chi non intraveda in ciò una straordinaria occasione professionale, uno scopo deflattivo della giustizia e dei carichi (rectius: sovraccarichi) giudiziari e, non da ultimo, una tutela dell’impresa e della economia legale.