“Ok, il quantitative easing è giusto”. La Corte europea respinge le richieste tedesche

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Il Pspp (“Public Sector Purchase Programme), altrimenti noto come “Quantitative Easing”, vale a dire il programma di acquisto di titoli di debito dei paesi Ue per centinaia di miliardi messo in atto dalla Bce dal marzo 2015 non viola il diritto comunitario e il divieto di finanziamento monetario prescritto dai Trattati.
Lo stabilisce una sentenza della Corte europea di Giustizia, rispondendo a un rinvio pregiudiziale della Corte costituzionale tedesca, cui si erano rivolti vari soggetti privati contro il Q.E., definito misura “ultra vires”, al di là dei poteri della Banca centrale, oltre che incostituzionale secondo la normativa tedesca.
Il programma, fortemente voluto dal presidente della Bce Mario Draghi, prevede che ciascuna banca centrale nazionale, come parte del Sistema europeo delle banche centrali acquisti sui mercati secondari titoli provenienti da emittenti pubblici statali, regionali o locali del proprio paese.
Con la sentenza, la Curia ha stabilito che il rinvio della Corte tedesca non ha segnalato elementi idonei ad inficiare la validità del Quantitative Easing, ricordando che nel settore della politica monetaria l’Unione dispone di una competenza esclusiva, per gli Stati membri dell’Eurozona. Viceversa escludere la possibilità, per la Bce, di adottare simili misure finirebbe per vietargli, in pratica, di utilizzare i mezzi a sua disposizione per realizzare gli obiettivi di politica monetaria, rendendo impossibile realizzare la sua missione di mantenere l’inflazione vicina al 2%. Per qui volesse leggere la sentenza, questo è il link.