Può il magazziniere di fede islamica – per di più imam – rifiutarsi di toccare delle scatole che contengono alcolici? Secondo la Corte d’Appello di Venezia no, e dunque il licenziamento può considerarsi legittimo.
Socio di una cooperativa di Vicenza che rifornisce i supermercati, nel 2014 l’uomo per due giorni si era presentato al lavoro in orario diverso da quello pattuito, provocando una contestazione disciplinare della coop, assistita dall’avvocato Francesco Fontana. Il successivo ricorso al giudice, chiedendo non solo la reintegra nel posto di lavoro e un risarcimento per “il carattere discriminatorio del licenziamento”, aveva già prodotto una sentenza di rigetto del Tribunale di Vicenza nel 2017. Nell’appello il dipendente ha sostenuto di non essersi presentato in magazzino per spostare gli scatoloni di liquore “soprattutto per ragioni legate alla sua fede, da sempre nota al datore di lavoro, e di essersi opposto alla sola movimentazione di alcolici proprio perche’ imam e dovendo dare un buon esempio ai fedeli”. Stessa cura però non veniva posta – hanno annotato i giudici – nel maneggiare ad esempio il maiale. L’imam “non e’ riuscito a dimostrare, quanto meno attraverso presunzioni rilevanti, la natura discriminatoria del licenziamento”.

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