Dici avvocato e immagini ricche parcelle, studi lussuosi, clienti facoltosi e il fine settimana libero… La realtà è ben diversa, come ben sanno molti professionisti costretti a fare i conti a fine mese. Arriva da Napoli una storia allucinante, certamente un caso estremo, che però vale la pena di raccontare. Un avvocato che, perso lo studio, è scivolato nella miseria finendo per diventare un clochard.
Se ne occupa il quotidiano Il Mattino di Napoli con un pezzo a firma di Giuseppe Crimaldi. “Dalle aule di giustizia alla strada. Lo chiameremo Ludovico, con nome di fantasia, per il rispetto che si deve al caso. Otto mesi senza mai dormire in un letto: Ludovico è uno dei tanti dimenticati, ombra nelle ombre della notte di Napoli… Quartiere Vomero, giovedì sera, ore 22,40. Seduto su una panchina di piazza Vanvitelli, Ludovico tira fuori da un bustone alcune coperte. Poco più in là, tra le colonne del palazzo a due passi dall’uscita della metropolitana, ha sistemato – come ogni sera – cartoni e un lenzuolino per passare la notte. È una scena che si ripete da otto mesi: da quando è stato costretto a lasciare un letto vero, quello offertogli dal fratello, che vive in provincia di Caserta. «La mia – spiega – è una storia complicata. Ho 55 anni, sono un avvocato civilista; lavoravo fino a un anno e mezzo fa in uno studio legale qui vicino». Ma lungo i passi che si percorrono nella vita talvolta si presentano trappole imprevedibili e inattese. E quest’ uomo dallo sguardo buono, amato da tutti i residenti della zona, ha avuto la sfortuna di incapparne in più d’ una. «Per una serie di disavventure – prosegue – lo studio, che era di mio cugino, fu costretto a chiudere. Provai a guardarmi intorno, mi rimisi su piazza a cercare lavoro altrove, ma fu dura. Niente».
Di lì a scivolare nel baratro il passo è stato breve, come racconta il professionista a Il Mattino. “In buona sostanza l’avvocato (che è celibe) si accorge che la seconda moglie del padre defunto da poco di lui non vuole più saperne. Ma la porta che fu della casa in cui è cresciuto non sarà l’ unica a chiuderglisi bruscamente in faccia. Perché suo fratello minore, dopo averlo tenuto con sé per alcuni mesi, un bel giorno gli fa capire che il tempo è scaduto. «Ecco come mi ritrovo a dormire qui – conclude – A mio nome non ho più intestato nulla, nemmeno la casa paterna. Qui vicino abitano alcune mie zie: quando passano di qua e mi vedono girano la faccia dall’altra parte».
“Giorni fa un post di un collega di Ludovico – il penalista Gennaro De Falco – ha smosso anche le acque della categoria: «So di un avvocato napoletano della mia età che dorme per strada e che viene assistito dalla parrocchia di piazza Vanvitelli, mi hanno detto dove si accuccia di notte ma ho paura di cercarlo e di scoprire di conoscerlo. Vorrei solo che i colleghi si unissero a me nel dargli una mano». Il caso di Ludovico sta per giungere anche all’attenzione del Consiglio dell’ Ordine, e più di un avvocato – a cominciare dal consigliere decano Roberto Fiore – si è detto disponibile anche ad aiutare a trovargli una sistemazione dignitosa per sottrarlo al freddo e alle notti in strada: «È un caso che conosco – dichiara al Mattino – a breve lo affronteremo in Consiglio».

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