Il Consiglio di Stato accoglie il ricorso di Paolo Giovagnoli, l’ex procuratore di Rimini, e rimette in discussione la nomina del procuratore di Modena Lucia Musti.
La sentenza al Csm di ottemperare alla pronuncia del 17 gennaio, con cui Palazzo Spada aveva già annullato la nomina della Musti, ribadita invece dal Consiglio Superiore il 14 marzo con una delibera ora dichiarata nulla. Ora la palla passa di nuovo nel campo dell’organo di autogoverno dei magistrati. per una nuova valutazione
A suo tempo i giudici avevano accolto le ragioni di Giovagnoli, candidato escluso, ritenendo che ci fosse un difetto di motivazione. Nella delibera di marzo il plenum del Csm aveva però rinominato
Musti, dopo una rivalutazione delle candidature, spiegando che aveva “conseguito notevoli esperienze di coordinamento, di direzione e di organizzazione del lavoro giudiziari”.
Nella nuova sentenza, ora, si dice tra l’altro che la recente delibera del Csm rinnova “i vizi di quella impugnata” continuando “a manifestamente non riconoscere il dovuto rilievo alla patente diversità di funzioni, e inerenti responsabilità, gia’ svolte dai due candidati – Giovagnoli procuratore capo, Musti aggiunto – e in particolare alle funzioni direttive svolte dal solo dottor Giovagnoli”.
A questo punto il Csm ha 20 giorni di tempo per dare ottemperanza alla sentenza, “mediante rinnovazione del procedimento di valutazione”, spiega il dispositivo. Salvo ovviamente l’eventuale ricorso della Musti in Cassazione.