Più meritocrazia, uguaglianza sostanziale e non formale, responsabilità sociale delle imprese per il rilancio delle politiche volte alla parità di genere. Sono le richieste delle donne giuriste dell’ADGI al termine del Congresso Nazionale di Napoli, il primo dopo due anni di pandemia e distanza forzosa.
Sono i temi centrali di un dibattito che si propone di fare da apripista per superare l’annoso gender gap del nostro paese, una disuguaglianza tra uomini e donne che vale anche per il mondo delle professioni e dell’avvocatura in particolare, che vede ad esempio un’inaccettabile differenza reddituale del 50% tra uomini e donne. “Oltre le quote”, il fil rouge del congresso, nel quale si è partiti dall’analisi della legge Golfo-Mosca e dalla sua applicazione dal 2011 in poi. “La normativa è un correttivo culturale che aumenta la velocità con cui devono essere superati gli stereotipi di genere che regnano ancora – spiega il Presidente nazionale Adgi, Irma Conti, consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Roma – dall’appellare dottoressa il proprio legale all’assenza paritaria delle donne nell’affidamento degli incarichi. Le giuriste non hanno dubbi e non temono la sfida che rappresenta un volano per l’economia della categoria, per l’affermazione ai vertici e per l’intero Paese”. Meritocrazia dunque, perché le donne non hanno timore della “sfida”con i propri competitor, ma è necessario creare e garantire le opportunità per far emergere professionalità e competenza. Uguaglianza sostanziale e non formale, secondo quanto previsto dall’art. 3 della Costituzione italiana, dando spazio e valorizzando i ruoli specifici che uomini e donne hanno nella società e nel mondo delle imprese. Infine responsabilità sociale delle imprese. “Come affermato dai più recenti studi della politica economica del diritto – spiega Irma Conti – è requisito necessario e non contrapposto al perseguimento di una proficua attività economica. In questo senso, una buona politica di genere è anche una buona politica economica e sociale. Sostenibilità, bilancio sociale, PIAO, Modelli organizzativi 231, certificazioni, compliance integrata sono gli strumenti attraverso cui è possibile implementare anche le tematiche e i valori della parità di genere”.
Obiettivi questi che si raggiungono seguendo due direzioni complementari: gli interventi normativi del legislatore e l’azione costante, precisa, coinvolgente dei corpi intermedi come l’ADGI.
Una proposta fattiva, che è stata consegnata anche al Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, intervenuto per un indirizzo di saluto di autentica attenzione alla questione di genere: nell’affidamento degli incarichi da parte di tutti gli enti, le partecipate e le imprese, valutare il curriculum di un uomo e di una donna scegliendo il migliore o la migliore.
Una strada che ADGI vuole percorrere senza indietreggiare di un millimetro. Ovviamente sempre sui tacchi.