Mancano 415 unità di personale su 1203 nel Tribunale di Roma, sono in servizio meno di 800 fra cancellieri e altri dipendenti. Un buco d’organico che ha spinto il Presidente del Tribunale, i cui appelli a rinforzare la pianta organica sono rimasti inascoltati, a chiudere le cancellerie con un’ora d’anticipo rispetto all’orario previsto per legge di 4 ore al giorno, a contingentare la durata delle udienze penali e a sospendere l’attività dell’Ufficio Corpi di Reato. Resta per la quarta ora solo un presidio fisso che a stento riuscirà a coprire le esigenze dell’utenza.
Succede anche questo, nel tribunale della Capitale, dove la carenza d’organico ormai sfiora il 35% del totale. Una decisione che, pur nella comprensione delle cause e pur apprezzando la scelta della Presidenza del Tribunale di consultare preventivamente il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, suscita comunque sconcerto negli avvocati romani. “Il 23 gennaio scorso, consultati dal Presidente Monastero, ci siamo pronunciati a favore della riduzione della durata delle udienze penali ma fortemente contro la riduzione dell’orario di apertura degli uffici – spiega il Presidente del COA Roma Antonino Galletti – evidentemente però non è stato possibile individuare altre soluzioni se non quella, a partire dal 17 febbraio prossimo e fino al 12 giugno 2020, di tagliare l’orario delle cancellerie che dunque, salvo il presidio fisso, resteranno aperte dalle 9 alle 12, solamente tre ore al giorno, per soddisfare le esigenze del tribunale più grande d’Europa”. Solamente una manciata di uffici infatti resteranno aperti fino alle 13, per il settore civile l’ufficio del Ruolo Generale Civile e l’ufficio del Ruolo Generale Lavoro e per il penale le cancellerie Centrale Gip, Misure di Prevenzione e Riesame.
“Una situazione insostenibile – commenta Galletti – della quale certo non facciamo colpa al Presidente Monastero, il quale fin da luglio ha scritto al Ministero della Giustizia per segnalare una situazione che definire disastrosa è dire poco e della quale tutti erano a conoscenza, stante le numerose segnalazioni dello stesso Coa, l’ultima il 23 gennaio scorso, e le numerose proteste e gli scioperi del personale”.
Nonostante ciò, non si è riusciti ad evitare il peggio e provvedimenti oltremodo drastici. “Mentre si continua a ragionare di prescrizione, la Giustizia annega in queste amenità che forse dalle parti di via Arenula voglio dir poco, ma nella vita dei cittadini e degli operatori del diritto significano disagi, code, ritardi, in una parola denegata Giustizia”. E ancora: Al Presidente Conte che dice che le contrapposizioni manichee fra garantisti e giustizialisti non interessano, ma interessa un sistema giustizia efficiente, adeguato, giusto, mi permetto di chiedere: è soddisfatto di questo sistema? Oggi alle 18 avremo un incontro con il Ministro dell’Economia per rappresentare la gravità della situazione e la necessità di investimenti urgenti”.

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