Magistrati e pensione, il giallo dell’emendamento fantasma

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“Non c’e’ nessuna proposta del governo che prevede la possibilità per i magistrati di rimanere in servizio per un biennio oltre il limite. L’epoca in cui i governi anticipavano o posticipavano di anno in anno il pensionamento dei magistrati si e’ chiusa definitivamente”, scrive su twitter il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
A parlare di ‘giallo’ su un emendamento che di fatto porterebbe a 72 anni l’eta’ del collocamento a riposo per i magistrati vari organi di stampa, riportando la discussione nel corso del comitato direttivo centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati. Oggetto delle preoccupazioni dell’Anm il treto di emendamento alla manovra, non ancora depositato, che vedrebbe come primo firmatario il senatore Mattia Crucioli del M5s.
“E’ un intervento avulso da una riflessione complessiva sulla carriera, senza alcuna interlocuzione preventiva”, secondo le toghe. Intervento peraltro smentito in serata da Bonafede. “Con effetto dal primo gennaio 2019 – sarebbe stato scritto – ai magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari, agli avvocati e procuratori dello Stato è data facoltà di permanere in servizio, a domanda, per un periodo massimo di un biennio oltre i limiti di età per il collocamento a riposo per essi previsto”. La maggiore spesa sarebbe di 56 milioni per il prossimo anno e 200 milioni dal 2021.
Secondo l’Anm, l’intervento “giunge a modificare un assetto dei limiti pensionabili che subisce periodici e contraddittori mutamenti, creando un’incertezza insostenibile su una tema tanto
delicato”… “interferendo con la gestione dei processi e degli uffici giudiziari, determinando effetti sull’indipendenza della magistratura, poiché alimenta il sospetto che l’intervento
normativo sia diretto a favorire o a sfavorire, volta a volta, singoli magistrati”.