Magistrati – Cinque Stelle, la prima crepa al Csm

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Come va letta l’elezione, sia pure di misura, di David Ermini a vice presidente del Csm?
Il vice premier Di Maio la prende malissimo e con un post a caldo, nemmeno un’ora dopo l’elezione, si sfoga contro i magistrati. “È incredibile! Avete letto? – scrive – Questo renzianissimo deputato fiorentino del Pd è appena stato eletto presidente di fatto del Consiglio Superiore della Magistratura”. Il punto saliente viene nella frase che segue: “Lo hanno votato magistrati di ruolo e membri espressi dal Parlamento. Ma dov’è l’indipendenza?”.
Certo è che il renziano Ermini, con 13 voti, è stato votato proprio dai magistrati, oltre che da una pattuglia di membri laici, segno peraltro di ulteriori divisioni all’interno della magistratura (vedi chi ha votato chi). Evidentemente un segnale: a una parte delle toghe forse non sono piaciute certe uscite di fede leghista contro la magistratura, che ha risposto in questo modo. Né è stata giudicata sufficiente la (tiepida?) difesa della categoria da parte del ministro stellato Bonafede.
Proprio lui, sempre su Facebook, commenta la votazione con toni decisamente aspri: “I magistrati del Csm hanno deciso di affidare la vice presidenza del loro organo di autonomia ad un esponente di primo piano del Pd, unico politico eletto in questa legislatura tra i laici del Csm. Da deputato mi sono sempre battuto affinché il Parlamento individuasse membri laici non
esposti politicamente. Prendo atto che all’interno del Csm, c’è una parte maggioritaria di magistrati che ha deciso di fare politica!”.
Tornando a Di Maio, conclude il suo post scrivendo che “il sistema è contro di noi”. Un’uscita forte, per il leader di un partito che, al grido di “onestà”, è sempre stato vicino alle procure. In ogni modo, se davvero nel “sistema contro” ci sono i magistrati, per il governo la vita diventerà piuttosto complicata.