Lobby e corruzione dopo il caso Stadio, intesa fra Giustizia e Anac

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Lobby e politica, un binomio che, senza un’adeguata regolamentazione, rischia di provocare danni, come l’inchiesta sullo stadio della Roma – fatta salva la doverosa presunzione di innocenza – rischia di dimostrare.

Per questo il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, a margine della presentazione della relazione annuale dell’Anac, conferma che il nuovo governo lavorerà d’intesa con l’organismo anticorruzione guidato da Raffaele Cantone. “La trasparenza – ha detto il Guardasigilli – è sempre stata per noi una priorità e lo sarà anche per questo governo, ci sono tutte le basi per una proficua collaborazione su questo fronte con l’Anac e con Cantone”. Sullo stesso tono il premier Conte: l’Autorità Anticorruzione “è strumento che riteniamo come governo molto utile sul piano della prevenzione e del contrasto alla corruzione” e nella sua relazione “emerge un dato significativo che è il riconoscimento che il codice degli appalti del 2016 che è in via di attuazione richiede interventi regolatori, di messa a punto”.
“Non commento le indagini in corso”, ha detto poi di nuovo Bonafede riguardo all’inchiesta sullo stadio che toccherebbe anche alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle. Sulla questione peraltro interviene l’opposizione: “Ho appena chiesto alla presidente del Senato Casellati, a nome del gruppo Pd, di convocare in Aula al più presto il ministro della giustizia”. Lo ha reso noto il capogruppo Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci.