Due storie dal mondo del lavoro, due sentenze, una del tribunale di Ivrea, l’altra della Cassazione, che fissano paletti e indicazioni sulle relazioni fra dipendenti e datori di lavoro.
Nella prima, il giudice del lavoro ha stabilito che è illegittimo il licenziamento dell’operaio malato di Parkinson, ordinando ad una azienda di raccolta rifiuti di Piossasco, in provincia di Torino, di riassumere Franco Minutiello, 60 anni. Non potendo trovare un’altra mansione all’operaio, la ditta aveva licenziato il lavoratore disabile per “giustificato motivo”. Il lavoratore ora si vedrà anche riconoscere gli stipendi non versati.
Ben diverso il caso dell’operaio “troppo lento” di cui si occupa la Cassazione, Il dipendente avrebbe impiegato oltre tre ore e mezza per una lavorazione che avrebbe potuto eseguire in mezz’ora e – dopo tre sanzioni disciplinari – è stato licenziato, colpevole di “voluta negligenza”.
Il lavoratore si era difeso parlando di «eccessivo controllo» da parte del datore di lavoro. I giudici al contrario, ribadendo la legittimità «dell’installazione di impianti e apparecchiature di controllo per esigenze organizzative e produttive o a tutela del patrimonio aziendale», hanno confermato la sentenza di secondo grado.

Le password del defunto passano agli eredi
Le password del caro estinto? Passano agli eredi insieme ai beni materiali,