L’avviso di garanzia disinnescato con l’unboxing

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Può piacere o non piacere, certo polarizza l’attenzione. Capace, si è visto nei giorni scorsi, di trasformare un avvenimento che prima veniva vissuto in maniera privata, nascosta, in un momento pubblico: la ricezione dell’avviso di garanzia.
Lui è Matteo Salvini, la vicenda è quella – ce ne siamo occupati – della trasmissione degli atti dalla procura di Palermo. Un plico da scartare come una busta premio. Nell’epoca di twitter, facebook e dintorni, la procedura viene chiamata “unboxing”: se ne occupa il Giornale con un pezzo divertente che analizza la valenza social del gesto.
Se pensiamo a quanti, ai tempi della prima Repubblica e di tangentopoli, negavano di aver ricevuto l’avviso, di essere iscritti, “lo apprendo da voi”, vediamo bene quanta acqua è passata sotto i ponti della cronaca giudiziaria. Con una riflessione: prima la ricezione dell’avviso era una bomba a orologeria pronta a esplodere non appena dalla procura la notizia fosse stata soffiata a questo o quel giornale amico. Ora, con “l’unboxing”, quanto meno la bomba è stata disinnescata. l’hashtag su twitter #complicedisalvini in proposito la dice lunga…