L’infortunio sul lavoro, anche se provocato da un malore, una disattenzione o dalla stanchezza della vittima, non esclude la responsabilità del datore di lavoro se nell’azienda non sono state rispettate le misure per ridurre al minimo i rischi di incidenti.
Lo ha stabilito la Cassazione annullando la sentenza con cui, nel gennaio 2017, il tribunale di Asti aveva assolto dal reato di lesioni colpose la titolare di un’impresa di pulizie “perché il fatto non sussiste”.
“Ricadono sul datore di lavoro che abbia omesso di adottare misure e accorgimenti – spiegano i giudici – anche quei rischi derivanti da cadute accidentali, stanchezza, disattenzione o malori inerenti al tipo di attività che il lavoratore sta svolgendo”
La vicenda riguarda un dipendente precipitato per sua stessa ammissione in seguito a un malore dalla scala su cui era salito mentre puliva una finestra dell’ufficio postale di Castagnole Lanze, nell’astigiano. Il tribunale aveva escluso il nesso di causalità. La procura aveva presentato ricorso direttamente in Cassazione sostenendo che, nel complesso, le “misure di prevenzione” non erano adeguate, e ha ottenuto ragione.