Sono sfumature, forse, ma vale la pena di segnalarle. Giusto per notare le differenti posizioni – più o meno garantiste o giustizialiste – che animano la compagine di governo. Lasciando naturalmente al lettore – da cronisti – la scelta della parte per la quale schierarsi.
Parliamo dell’immane tragedia che ha provocato decine di vittime a Genova. Per quanto riguarda la concessione alla società Autostrade, è il premier Conte, un tempo avvocato, ad attaccare per primo: “Tragedie come questa sono inaccettabili in una società moderna e non devono accadere, faremo di tutto per evitare si verifichino ancora. Per questo disporremo la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia: non possiamo attendere i tempi della giustizia penale, abbiamo l’obbligo di far viaggiare in sicurezza. Non c’e’ dubbio che ad Autostrade toccassero onere e vincolo di manutenzione del viadotto”.
Dunque, revoca sicura della concessione, prima di qualunque processo penale, a giudizio del premier certamente troppo lungo. Più sobrio era stato qualche ora prima il vicepremier Di Maio: “E’ possibile, in caso di inadempienze, ritirare la concessione e far pagare multe fino a 150 milioni di euro. Autostrade non ha fatto la manutenzione”. Salvo poi rincarare la dose successivamente: “Confermo la revoca della concessione ad Autostrade… prima che il governo annunciasse il ritiro della concessione per Autostrade per l’Italia, gia’ la Borsa aveva condannato Atlantia, proprietario di Autostrade per l’Italia. Era chiaro che chi doveva fare le manutenzioni non le aveva fatte”.
Una linea impercettibilmente corretta qualche ora dopo in un post del M5S: “Bene ha fatto il ministro delle Infrastrutture, a evocare, qualora ce ne siano le condizioni, anche il ricorso alla revoca della concessione e alle eventuali multe connesse ad inadempienze”. Ma poi soprattutto: “Attendiamo il lavoro della magistratura nell’accertare eventuali responsabilità, ma non attendiamo neanche un minuto di più a esigere le immediate dimissioni dei vertici di autostrade per l’Italia”.
Insomma si è scelto pare di attendere l’operato della magistratura, dunque le lungaggini della giustizia penale, per capire se ci sono le condizioni per revocare la concessione. Magari dopo la nota di Atlantia, proprietaria di Autostrade, secondo cui l’annuncio da parte del governo della procedura per il ritiro della concessione, dopo il crollo del Ponte Morandi, “è stato effettuato in carenza di qualsiasi previa contestazione specifica alla concessionaria ed in assenza di accertamenti circa le effettive cause dell’accaduto… In caso di revoca o decadenza della concessione spetta comunque alla concessionaria il riconoscimento del valore residuo della concessione, dedotte le eventuali penali se ed in quanto applicabili”.

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