“La decisione senza processo, un salto indietro della nostra civiltà giuridica”

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La domanda è semplice, ma si presta a svicolare facilmente. La questione infatti riguarda il sedicente governo del cambiamento. Non è però nello stile di Giovanni Malinconico, coordinatore fresco di nomina dell’OCF, l’Organismo Congressuale Forense, la voce politica dell’avvocatura, nascondersi dietro formule vaghe e toni smorzati.
No, Malinconico non si tira indietro. Anzi, per essere chiari, alla politica regnante non la manda a dire.
Avvocato, ma di questa furia riformatrice insomma che diciamo?
“Che la furia c’è, e magari c’è pure da metter mano all’ordinamento, ma bisogna anche valutare l’appropriatezza delle scelte e capire, perché non è chiara, la filosofia di fondo del disegno riformatore. Perché se tu dici che vuoi ridurre la durata dei processi, e poi elimini la prescrizione, allora ottieni l’esatto effetto contrario, come qualsiasi studente di giurisprudenza capirebbe”.
La prescrizione sospesa, un disastro dunque per la tenuta del sistema…
“Intanto diciamo che è una misura illiberale, primitiva, che ci riporta indietro nella cultura giuridica. Se si stanziano 500 milioni per la giustizia, rispondo che è una misura apprezzabilissima, e vedremo poi se questi fondi arriveranno, ma allora perché riformare un istituto di civiltà come la prescrizione? Sostanzialmente ci avviamo verso un sistema in cui gli appelli non si faranno più, verso la decisione senza il processo. Ma allora a questo punto bastava un signore che decideva tutto lui e con la spada tagliava le teste, e invece un po’ di strada ne abbiamo fatta da quei tempi…”.
Vale anche per la riforma del processo civile?
“Sembra di percepire una sorta di fastidio verso tutto ciò che non si comprende, soprattutto nel caso del processo civile, materia squisitamente tecnica ma anche così vasta, che spazia dalla lite fra condomini a quella fra gli eredi, e chi più ne ha più ne metta. Ma forse, per fortuna, rispetto alle intenzioni originarie il ministro ha compreso che quel tipo di processo che immaginava, un unico atto e poi il divieto per le parti di dire altro, è più primitivo ancora della riforma della prescrizione”.
Lei dice che il ministro ha capito?
“Glielo abbiamo detto tutti, e domani in audizione collegiale vedremo se sarà possibile trovare una posizione condivisa. C’è addirittura questo tentativo di intesa fra magistratura e avvocatura che è un qualcosa di inedito e che lascia ben sperare. Oggi ci incontriamo con l’ANM e vediamo…”.
C’è poco tempo…
“Poco tempo prima di quella che lei ha giustamente definito una ordalia, il giudizio on line. Ma vede, l’altro giorno ho letto un post su Facebook di un collega che mi ha fatto sorridere amaramente. Non sempre quando si lascia il processo nelle mani del popolo le cose vanno a finir bene, come insegna la vicenda di Barabba”.
Che dire, per conferma chiedere a Gesù. Eventualmente anche per raccomandarglisi.