La Corte dei Conti “demolisce” la nota al Def

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Va bene con gli “interventi a favore dei trattamenti previdenziali e delle politiche di assistenza che puntino al contrasto della povertà”, ma attenzione a “mettere a rischio la sostenibilità finanziaria del sistema”.
Parole chiare e piuttosto dure, quelle del presidente della Corte dei Conti Angelo Buscema oggi nell’audizione sulla nota al Def davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato riunite a Montecitorio. Perché se è vero che “il quadro macroeconomico programmatico appare ottimistico alla luce delle attuali tendenze del ciclo economico internazionale”… “la traiettoria disegnata nel quadro programmatico della Nota non appare rassicurante” e “il profilo di riduzione del rapporto debito/pil non è linea con la regola del debito”.
Ce n’è anche sulle misure che riguardano la cosiddetta pace fiscale. “Il ripetersi di modalità di prelievo (sanatorie fiscali o mitigazioni del prelievo su limitate tipologie di soggetti) che, pur dettate dall’intento di riequilibrare e, ove possibile, alleggerire l’onere fiscale, può incidere sulla stessa percezione di equità fiscale o introdurre nuove distorsioni nelle scelte adottate nel mondo del lavoro”.
Replica da Firenze, dove in mattinata ha tenuto una lezione alla facoltà di giurisprudenza, il premier Giuseppe Conte: “Posso capire che ci possa essere un allarme, ma siccome nessuno ha ancora visto come abbiamo scritto quelle che chiamano le sanatorie fiscali, l’allarme, in questo momento, è ingiustificato”.