Imputabili a 12 anni, abbassando il limite che ora è fissato ai 14. E’ destinata a far discutere la proposta di legge della Lega depositata in commissione Giustizia alla Camera, firmata e promossa fra gli altri dal coordinatore del partito in Campania, Gianluca Cantalamessa.
Se ne occupa Il Messaggero in un pezzo di Emilio Pucci, ricordando che “Nella relazione inviata al Parlamento dalla Direzione investigativa antimafia si parla di azioni connotate spesso da ingiustificata ferocia, di episodi riprovevoli e violenti, espressione di una vera e propria deriva socio-criminale. Ma il fenomeno è in aumento in tutte le città italiane. Gli ultimi dati sono stati forniti dall’ Osservatorio Nazionale Adolescenza su un campione di 7.000 adolescenti sul territorio nazionale: il 6,5 per cento degli adolescenti fa parte di una gang, il 16% ha commesso atti vandalici e 3 ragazzi su 10 hanno partecipato a risse. Arriverà anche il momento della prevenzione (la reintroduzione dell’ educazione civica nelle scuole va in questa direzione) ma per ora la Lega punta alla repressione e alla certezza della pena. «Bisogna far passare il concetto che un minore di 12 anni non è più quello del passato. Le nuove generazione sono più precoci», la premessa alla base del testo di legge. «L’ obiettivo osserva Cantalamessa è quello di aggiornare il diritto penale».
“Accoltellamenti, tentativo di stupro, episodi di bullismo, ragazzini impiegati come pony express per la droga o per delitti: se molti capi della camorra e della mafia sono stati assicurati alla giustizia ora sempre più spesso spiegano fonti parlamentari della Lega prevale la logica del branco o di avvalersi ai baby-criminali. Bologna è in testa per il numero delle baby gang, seguita da Roma, Catania, Bari, Palermo, Napoli, Genova, Torino e Milano. Più reati e meno denunce”.
Non tutti però sono convinti che inasprire le pene sia la soluzione adatta. “La Camera Penale Minorile, ha depositato un progetto in Commissione cultura nel quale si prevede che il tribunale dei Minorenni entri in contatto con il minore a disagio e lo indirizzi verso un percorso di educazione, recupero, formazione professionale, attività sportive e ludiche propedeutico a un ingresso positivo nella vita sociale”.

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