La Procura di Messina ha iscritto nel registro degli indagati per abuso d’ufficio il procuratore di Taranto Carlo Capristo. Le accuse si riferiscono al periodo in cui era a capo della Procura di Trani e riguardano l’esposto anonimo inviato a Trani e Siracusa su un presunto complotto contro l’Eni e il suo ad Claudio Descalzi.
Secondo l’accusa, un esposto teso a depistare un’altra inchiesta, nel frattempo aperta a Milano, su presunte tangenti pagate dall’Eni in Nigeria e Algeria. A Siracusa l’allora pm Giancarlo Longo, che ha poi patteggiato una condanna per corruzione e associazione a delinquere, su input di Giuseppe Amara, legale esterno dell’Eni, avrebbe messo in piedi un’indagine priva di qualunque fondamento, su un falso piano di destabilizzazione della societa’ e del suo amministratore delegato. Amara e il collega avvocato Giuseppe Calafiore sono stati poi come è noto arrestati, il loro scopo sarebbe stato intralciare l’inchiesta milanese. Sentito dai pm messinesi, che hanno indagato e processato Longo, Capristo si vede contestate le modalità di trasmissione dell’esposto al collega Longo anziche’ alla procura di Milano.
Immediata la replica di Capristo: “Sono stato gia’ interrogato dai colleghi di Messina alcune settimane fa alla presenza del mio difensore e ho rappresentato loro la correttezza del mio
operato – dice – Nessuno poteva immaginare all’epoca alcun preordinato depistaggio”.

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