Una volta era il porto delle nebbie, si diceva, nebbie che però oggi paiono aver lasciato posto alle nubi tossiche, per cui porto dei veleni parebbe più corretto.
E’ la procura di Roma, che sui giornali di oggi guadagna ampio spazio non per le inchieste portate a compimento, ma per quelle che la riguardano. Su La Repubblica e il Corriere ampio spazio, con titoli evocativi come “Il mercato delle toghe”, alla guerra di successione alla poltrona che fu di Giuseppe Pignatone, che l’8 maggio ha lasciato il posto per raggiunti limiti d’età. In questo scenario sarebbe indagato a Perugia l’ex presidente dell’Anm, Luca Palamara, con l’ipotesi di corruzione. La vicenda sarebbe legata a quella di Fabrizio Centofanti, ex capo delle
relazioni istituzionali di Francesco Bellavista Caltagirone. Altro quotidiano, altre nebbie. Tocca a La Verità raccontare come, a seguito di un esposto del pm Stefano Fava, nella prima settimana di luglio convocato al Csm, sarebbe sotto la lente di Palazzo dei Marescialli la mancata astensione dello stesso Pignatone e dell’aggiunto Paolo Ielo in un paio di fascicoli delicatissimi, fra cui quello relativo all’avvocato Amara, già condannato con pateggiamento per corruzione in atti giudiziari. Secondo Fava, Ielo e Pignatone avrebbero dovuto astenersi avendo due congiunti in affari con i suoi indagati. Insomma il clima ideale per scegliere con serenità il successore di Pignatone alla poltrona più importante del panorama giudiziario italiano.

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