Il disagio quotidiano della Giustizia. L’OCF lancia “Viaggio in Italia”

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Un viaggio in Italia, denunciando e segnalando le storture della Giustizia. E’ l’iniziativa lanciata dall’Organismo Congressuale Forense, in collaborazione con gli Ordini Forensi, per parlare di “edifici fatiscenti, strutture fuori norma, ritardi cronici e carenze di personale, udienze rinviate di anni”.
“Sono le difficoltà enormi con le quali non solo gli avvocati, ma anche i magistrati e tutto il personale dell’amministrazione della Giustizia si confrontano e scontrano ogni giorno”. Per questo l’organo di autogoverno politico dell’Avvocatura lancia l’iniziativa del “Viaggio in Italia” con i suoi delegati. “Seguendo idealmente le orme di Goethe – spiega il Coordinatore Ocf Giovanni Malinconico – stavolta non per narrare le meraviglie del Belpaese, ma le storture di un sistema che nega il diritto dei cittadini ad ottenere Giustizia, cominciamo a raccogliere dati, informazioni, fotografie, filmati da chiunque voglia segnalarci ciò che non funziona. Materiale che, senza polemiche pretestuose e senza avversari da abbattere, renderemo pubblico progressivamente con l’obiettivo di cercare soluzioni concrete in un clima di dialogo costruttivo con la politica”. “Non ci sono solo le grandi riforme come quella sulla prescrizione, che noi contestiamo aspramente e per la quale stiamo proponendo un referendum abrogativo; ci sono anche i bagni che non funzionano e i palazzi di Giustizia senza riscaldamento d’inverno e aria condizionata d’estate, ci sono edifici in affitto che costano milioni di euro ogni anno”, aggiunge Malinconico.
Un viaggio che a breve si arricchirà di un ulteriore strumento, uno Sportello SOS GIUSTIZIA che verrà attivato a febbraio, ma che intanto comincia raccogliendo le segnalazioni dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati dalla Sicilia orientale. Ad esempio, oltre 1,6 milioni di euro l’anno in canoni di locazione per gli uffici giudiziari è quanto spende l’amministrazione della Giustizia nel solo distretto di Catania. Dato a cui aggiungere “varie criticità dell’edilizia giudiziaria” a Catania, a cominciare “dalla polverizzazione degli uffici in nove sedi distinte in città”, ciascuna delle quali “afflitta da vari disagi, alle quali aggiungere le sedi distaccate degli uffici del giudice di pace”. “Nel palazzo di Piazza Virga la carenza di spazi non di rado porta a svolgere le udienze nelle stanze dei magistrati, in quello di via Crispi – la ex Pretura – più che di infiltrazioni si deve parlare di piogge torrenziali all’interno dell’edificio”, dice l’Ocf. “Ovunque si registrano carenze strutturali per quanto riguarda la sicurezza o la salubrità degli ambienti. Singolare poi la vicenda del palazzo di viale Africa, acquistato vent’anni fa dal Comune e poi abbandonato: di recente è stato approvato il progetto che ne prevede l’abbattimento e la successiva ricostruzione, meno costosa della riqualificazione”.
A Ragusa “i disagi nascono dall’accorpamento degli uffici con quelli del soppresso Tribunale di Modica”. Anche qui, parte degli uffici sono in affitto, con costi di gestione annui che si aggirano intorno ai 230 mila euro. Infine, a Gela la Giustizia”viene amministrata in un edificio di recente costruzione, che ha avuto il pregio di accorpare uffici giudiziari prima distanti fra loro”. Il trasferimento è stato completato nel 2012. “Nonostante ciò, negli anni scorsi alcuni episodi incresciosi come il crollo di qualche controsoffitto, ha evidenziato dei presunti vizi di costruzione che hanno dato luogo a conseguenti indagini da parte della Procura della Repubblica”.