Un incontro “cordiale e costruttivo”, a detta dei diretti interessati, quello tra il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, a colloquio per quarantacinque minuti nello studio del Guardasigilli.
“Importante è la condivisione di un metodo basato sul dialogo costante nell`analisi dei temi riguardanti la giustizia, con la massima e positiva attenzione rivolta al rafforzamento dell’Avvocato in Costituzione – dice Mascherin in una nota – Soddisfazione per la piena convergenza con il Ministro su argomenti per noi molto importanti, quali la necessita’ di intervenire con una riforma organica sulla normativa del patrocinio a spese dello Stato a tutela dei soggetti deboli e l`opportunità di una rivisitazione migliorativa della norma sull`equo compenso”. Medesima comunione d’intenti – almeno dichiarata – anche sulla necessità di investimenti sugli organici della magistratura e del personale amministrativo, sulle strutture (vedi il caso Bari), sull’importanza di giungere a una rapida definizione del Decreto Ministeriale sulle specializzazioni.
Né manca, secondo il Cnf, “grande attenzione del Ministro ad altri temi affrontati come i costi di accesso alla giustizia civile e amministrativa; l`importanza del principio di prossimità del servizio Giustizia in presenza di particolari condizioni; gli interventi tesi a rendere più efficaci gli strumenti alternativi al processo civile come la negoziazione assistita; infine le iniziative a favore della giovane avvocatura”.
Temi più delicati per gli avvocati – e difficili da digerire – invece altri di cui si è letto nei giorni scorsi, dalla prescrizione alla Reformatio in pejus, dalla riforma dell’ordinamento penitenziario alle intercettazioni dei colloqui tra avvocato e assistito. Su Bari infine “ribadisco la mia convinzione, già espressa in altre occasioni, che il Ministro terra’ fede al proprio impegno di promuovere una soluzione immediata ed adeguata, come auspicato da tutti gli operatori del processo interessati…”, conclude il presidente del Cnf.
Negli stessi minuti, a proposito della disastrosa situazione del capoluogo pugliese, in Commissione Giustizia alla Camera veniva ricevuto il presidente del Tribunale di Bari, Domenico De Facendis. Per fornire, interpellato sul contestatissimo decreto legge varato nei giorni scorsi, un’interpretazione decisamente meno ottimistica: “Per una serie di eventi – la dichiarazione riportata dalle agenzie – a Bari non c’è la giustizia penale e probabilmente non ci sarà per un congruo numero di anni”.