“Di fronte a una tragedia del genere non voglio sentir parlare di limiti di spesa o di norma”. Sono le parole del procuratore di Genova Francesco Cozzi, che coordina le indagini per il crollo del ponte Morandi. I reati ipotizzati sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e attentato colposo alla sicurezza dei trasporti.
Parole che hanno un senso se uno ricorda la polemica che poche settimane fa investì la procura di Genova in relazione all’inchiesta per rintracciare i famosi 49 milioni spariti della Lega. Era stato il ministro Salvini all’epoca ad attaccare: “Faccio un appello alla Procura di Genova: visto che abbiamo tanti soldi in giro per il mondo, di cui io non sono a conoscenza perché non ci sono, se mi dite dove sono… Ditemelo”. E ancora: Io dico che non ci sono, e sono segretario, se voi siete certi che ci sono e state spendendo denaro pubblico per andare a cercare soldi e conti correnti che non ci sono, spero che poi qualcuno risarcisca gli italiani per questo denaro pubblico speso e sprecato cercando conti inesistenti”.
“E’ stato un revisore dei conti della Lega a dare indicazioni su possibili esistenze di fondi di questo tipo – aveva replicato il capo della Procura – Quindi, per i magistrati che seguono la vicenda, e’ doveroso occuparsene: se uno dice di andare a cercare le cose da qualche parte, bisogna pure che qualcuno lo vada a fare”. Evidentemente Cozzi si è voluto togliere ancora qualche sassolino dalla scarpa: “Non voglio sentir parlare di limiti di spesa o di norma”

Gratuito patrocinio, il Ministero dimentica l’inflazione
L’inflazione sale, la soglia di reddito per accedere al gratuito patrocinio invece