Greco furioso, dopo il CSM attacca Cantone

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Qualche giorno fa era toccata al CSM – “Non sappiamo nulla di quello che succede al suo interno” – stavolta invece nel mirino finisce l’Anac di Raffaele Cantone, che agendo in ritardo avrebbe vanificato le indagini.

E’ il procuratore di Milano Francesco Greco, di questi tempi evidentemente poco avvezzo alle sottili arti della diplomazia, a puntare il dito contro l’Autorità anticorruzione. Una tirata che provoca inizialmente “fastidio e stupore” all’Anac, solo parzialmente rientrata dopo la precisazione dello stesso Greco: “I rapporti sono sempre stati ottimi -spiegherà in serata – Non c’era alcuna intenzione polemica. Abbiamo solo indicato un problema tecnico sulla necessita’ di poter utilizzare quello che loro ci mandano in maniera più tempestiva”.
Nel Bilancio di Responsabilità Sociale della procura firmato proprio da Greco però si leggeva che “in attuazione del Protocollo di intesa del 5 aprile 2016, l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha trasmesso negli anni numerosi illeciti da cui si potevano desumere fatti di corruzione. Tuttavia, il ritardo con cui le notizie sono state trasmesse e soprattutto le modalità di acquisizione degli elementi (acquisizione di documentazione presso gli enti coinvolti) hanno determinato una discovery anticipata, sostanzialmente rendendo inutili ulteriori indagini nei confronti di soggetti già allertati”.
Un caso nato dall’accertamento che l’Authority effettuò nel sulla gestione degli appalti finanziati con fondi Expo a disposizione dal Comune di Milano, tra il 2010 e il 2015, per informatizzare l’attività degli uffici giudiziari milanesi. 16 milioni di euro con cui fra l’altro furono acquistati 170 monitor rimasti negli anni inutilizzati. L’indagine porto’ poi, a giugno dello stesso anno, all’apertura di un’inchiesta, passata pure – a quanto risulta all’Ansa – per le Procure di Brescia, Venezia, per poi finire archiviata nei giorni scorsi a Trento.