Gratuito patrocinio, il Ministero dimentica l’inflazione

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L’inflazione sale, la soglia di reddito per accedere al gratuito patrocinio invece scende. Risultato: un paio di milioni di italiani restano tagliati fuori dalla difesa a spese dello Stato.

La denuncia arriva da Antonino Galletti, Consigliere del CNF fresco di nomina e Presidente di Azione Legale, fino a dicembre scorso Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma. La faccenda affonda le sue radici nella consueta lentezza ministeriale nel gestire le procedure, per cui i parametri Istat utilizzati per aggiornare i livelli reddituali per accedere al gratuito patrocinio risalgono sempre a un paio d’anni prima. Con un piccolo dettaglio: stavolta di mezzo ci son stati il covid e pure una guerra.
“Con decreto ministeriale del 6 febbraio pubblicato in GU del 21 aprile scorso – scrive Galletti – e’ stato reso noto il nuovo importo per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, che e’ stato fissato in 11.743,93 euro. Il decreto adegua il limite di reddito al costo della vita nel periodo 01.07.2018-30.906.2020 e non gia’ doverosamente a quello calcolato negli anni successivi (2021-2022), come prescritto peraltro dalla legge vigente”.
In sostanza il Ministero della Giustizia ha fissato il nuovo importo senza considerare l’indice Istat dell’ultimo biennio: il limite, che avrebbe dovuto essere alzato tenendo conto della grave inflazione degli anni del covid, e’ stato invece leggermente abbassato. “Ancora una volta i ritardi dei burocrati ministeriali arrecano un danno ai cittadini piu’ fragili e ai loro difensori – conclude il Consigliere Galletti – In un momento di crisi, anziche’ adeguate ed aumentare le tutele, restano privati del diritto costituzionale alla difesa tecnica proprio i piu’ fragili. Attendiamo che le istituzioni forensi unite insorgano dinanzi alla competente giurisdizione amministrativa assieme agli Ordini ed alle associazioni rappresentative”.