Gli Idonei Assistenti Giudiziari al ministro: ora sia vera svolta

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“È nato il governo Conte bis, quello della svolta. Il nuovo Esecutivo ha incassato la fiducia della Camera con 343 voti favorevoli e 263 contrari mentre al Senato i si sono stati 169. Ventuno ministri, dieci del M5S, nove del Pd e uno di LeU, il tutto sotto gli occhi attenti di Giuseppe Conte, alla sua seconda prova da Presidente del Consiglio”.
Inizia così, la lunga lettera indirizzata al nuovo esecutivo da parte degli Idonei Assistenti Giudiziari, quelli dell’eterna graduatoria che fortunatamente – o meglio, molto per merito della tenacia del Comitato – negli ultimi tempi ha compinciato a muoversi,
“In poco meno di un mese, l’Italia è passata da un governo giallo-verde ad uno giallo-rosso e la differenza non è soltanto di carattere cromatico perché il nuovo Esecutivo è nato sotto il segno della discontinuità. Ci sono, però, delle eccezioni. Alla giustizia, con la conferma di Alfonso Bonafede, si è deciso di dare continuità a quanto fatto fino ad oggi dal Guardasigilli che, con il precedente governo, aveva messo al centro del suo programma politiche assunzionali importanti, inaugurate già dalla precedente amministrazione con il concorso per il profilo di assistente giudiziario. Più passano tempo e governi, però, più la giustizia appare sfiancata dalle innumerevoli carenze di organico, anch’esse nel segno di una continuità che non piace e non fa bene al nostro Paese. Per questo, serve un segnale di rottura con il passato….”.
Il testo ricorda l’allarme lanciato sul Corriere della Sera dal Presidente del Tribunale dei Minorenni di Milano, Maria Carla Gatto, per la carenza d’organico. “Se si parla di organico sottodimensionato in una realtà come Milano, il cui tribunale è stato collocato da una ricerca ministeriale all’undicesimo posto fra i tribunali con la migliore performance, non è difficile immaginare la situazione di realtà più piccole”.
“Le carenze di personale amministrativo – prosegue il documento – si attestano fra il 25 ed il 30% rendendo vano il lavoro dei magistrati. Sotto accusa la politica che ha promesso tanto ma concluso poco, soprattutto in considerazione di una pianta organica per nulla adeguata alle esigenze del territorio. Lungo tutto lo stivale, la condizione drammatica in cui versa la giustizia diventa sempre più pesante… Il nostro sistema giudiziario appare abbandonato a se stesso e, a giudicare dagli appelli degli operatori che cadono regolarmente nel vuoto, sembrerebbe che delle condizioni della giustizia italiana non interessi ad alcuno”.
“Appena confermato alla guida del Dicastero di via Arenula, il Ministro Bonafede ha ribadito che sulla giustizia ci sono ambizioni importanti, le stesse che hanno animato il suo lavoro nel precedente governo e che si sono tradotte in un altrettanto ambizioso piano di assunzioni, troppe volte caldeggiato con dichiarazioni roboanti ma con tempistiche vaghe ed incerte. La recente crisi di governo e la formazione di un nuovo Esecutivo hanno messo una cesura anche ad una stagione di intenti che, nella maggior parte dei casi, sono rimasti sulla carta e sulle pagine dei giornali. Questa volta il Ministro Bonafede ha un’occasione irripetibile e cioè quella di dare continuità al lavoro già iniziato con il precedente Esecutivo in tema di politiche assunzionali”.
“La giustizia ha bisogno di assunzioni di personale qualificato, valorizzazione delle professionalità e tempi certi. Non ha bisogno, invece, di continuare a tirare a campare con soluzioni temporanee che consentono agli uffici giudiziari di andare avanti alla meno peggio e, a quanto sembra, ancora molto utilizzate. Ad Isernia, il 22 agosto è stato sottoscritto un accordo di collaborazione, l’ennesimo, fra Tribunale e Provincia che permetterà a vari dipendenti di quest’ultima di supportare l’attività amministrativa e, nel contempo, di acquisire un’ulteriore qualificazione e formazione professionale. Il Ministero, invece, dispone di una graduatoria importante che è quella degli idonei assistenti giudiziari, programmata, finanziata, autorizzata e formata da giovani brillanti e preparati che hanno superato con successo un concorso impegnativo. Se questo è il Governo della discontinuità, si proceda allo scorrimento della graduatoria suddetta dando priorità alle competenze e al riconoscimento del merito. Un Governo che si definisce di svolta, se svolta ci sarà, dovrebbe cominciare da qui”.