Giustizia lenta, il Ciag: non basta la prescrizione, servono assunzioni

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Niente sconti, nè abbellimenti, ma nuda cronaca dei fatti. Gli Idonei Giustizia del Ciag, i vincitori di concorso ancora in atteaa di assunzione, fanno il punto sulla condizione della giustizia in Italia. Condizione tutt’altro che positiva, come è evidente per tutti coloro che frequentano i palazzi giudiziari di questo Paese.
“Manca poco più di un mese al 31 dicembre – scrive il CIAG in una nota – data entro la quale il governo si è impegnato ad approvare la nuova riforma della giustizia, annunciata da Bonafede come una rivoluzione e di cui, finora, resta in piedi soltanto la riforma della prescrizione”. A fronte di obiettivi così ambiziosi, la realtà delle aule è deprimente: “Da tempo, il Tribunale di Roma vive una situazione divenuta, ormai, intollerabile. Mancano circa 400 unità, su una dotazione organica di 1.203 unità previste mentre altre 30 risultano distaccate o comandate presso altri uffici o enti… A Cassino, tra gli addetti ai lavori, è in atto una vera e propria mobilitazione. Nei giorni scorsi il presidente del Tribunale, il giudice Massimo Capurso, ha preso carta e penna e ha scritto una lettera al Consiglio Superiore della Magistratura e al Ministero della Giustizia, lamentando una situazione, ormai, divenuta insostenibile. Ad oggi, mancano 8 magistrati sui 23 previsti dalla pianta organica… Anche gli avvocati penalisti dell’Emilia Romagna sono in agitazione. La situazione riguarda soprattutto la città di Reggio Emilia e, in particolare, l’ufficio del magistrato di sorveglianza”.
Un elenco che prosegue citando Tempio Pausania, Lanciano, e potrebbe continuare ancora, stanti le carenze di personale diffuse un po’ ovunque, al punto che, scrive il CIAG, “il vero dramma della giustizia italiana è quello delle risorse umane, sia magistrati che personale amministrativo, che consentano ai tribunali di funzionare più velocemente”. A fronte di un piano di investimenti annunciato da 500 milioni di euro, “finora si è visto ben poco e anche qui il fattore tempo è fondamentale. Da aprile, ci sono 400 idonei in attesa di una convocazione che, dovrebbe arrivare entro la fine di quest’anno. Non è accettabile che 400 persone debbano aspettare così a lungo e che, arrivati a novembre, non abbiano ancora indicazioni circa i tempi della convocazione stessa”.