Sedici giudici per quindici udienze in un processo in corso a Roma nei confronti del Clan Moccia. Lo denunciano i penalisti, un fatto “inaudita gravità” al punto che la Camera penale di Roma ha proclamato per il 2 novembre l’astensione dalle udienze e l’Unione delle Camere penali, condividendo le ragioni della protesta, ha indetto lo stato di agitazione di tutta la categoria. Interviene anche il l’Ordine di Roma: non è giustizia, è una lotteria.
“E’ semplicemente incompatibile con i piu’ elementari principi del giusto processo, e prima ancora con le regole della logica e del buon senso, l’idea non solo che il giudice che pronuncia la sentenza sia diverso da quello che ha raccolto la prova, ma addirittura che il giudice possa mutare ad ogni udienza istruttoria”, si legge in una nota dell’Ucpi che rivolge un appello al ministro Carlo Nordio: “E’ urgente un intervento normativo che restituisca in modo inequivoco e non soggetto a possibili, ulteriori manipolazioni interpretative, l’intangibile principio della ‘immediatezza della decisione’ gia’ inutilmente sancito dall’art. 525 cpp nella sua attuale formulazione”.
Interviene con una nota anche il Presidente del COA Roma Antonino Galletti: “”Sedici giudici per quindici udienze sono una girandola indegna di un paese civile che mostra plasticamente i mali della Giustizia che denunciamo da anni: l’atavica carenza di personale, non solo magistrati, ma anche amministrativo”. “Mi chiedo come sia possibile conciliare l’idea di giusto processo, di un giudice cioè che conosca atti, documenti e che ascolti le parti in causa in contraddittorio, che valuti con equilibrio le istanze di accusa e difesa, con il continuo passaggio di mano del fascicolo – prosegue Galletti – Non dimentichiamo che dietro i faldoni di un processo, c’è la vita delle persone, imputati o parti offese, che meritano maggiore rispetto. Un giudice diverso per ogni udienza, anzi di più, visto che sono 16 per 15 udienze, non è giustizia, è una vera e propria lotteria. Confidiamo in un doveroso intervento di Csm e Ministero sugli organici cronicamente deficitari della magistratura romana e del personale amministrativo e di cancelleria”.