Giudici di pace, precari con la toga: ricorso alla Corte Europea

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Status, retribuzione, tutele previdenziali ed assistenziali. Che la magistratura onoraria riceva un trattamento ben diverso rispetto a quella ordinaria non è una novità. Che questo sia conforme al diritto europeo invece è materia di discussione, specialmente alla luce della questione pregiudiziale sollevata davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione da un giudice di pace dell’Aquila. La questione, nella causa C-472/17 Di Girolamo, è stata dichiarata ricevibile dalla Curia.
Si tratta di una questione “fondamentale per la tenuta stessa del sistema di tutela dei diritti fondamentali nell’Unione Europea ed in Italia”, spiegano dall’Unione nazionale dei giudici di pace, intervenuta nel giudizio a sostegno del magistrato onorario ricorrente. Sul tappeto c’è la richiesta “di tutela e di eliminazione del precariato di stato e del lavoro in nero prestato da oltre 20 anni da giudici di pace, giudici onorari di tribunale e vice procuratori onorari, avanzate da anni dalla magistratura onoraria e perorate dall’Unagipa con la proclamazione di ben 16 scioperi negli ultimi due anni e manifestazioni di piazza”.
La speranza è di raggiungere “una soluzione politica della vertenza, prima che essa si dipani davanti alla Corte Comunitaria”, spiega il sindacato dei giudici di pace che rilancia la domanda della “immediata convocazione del Tavolo Tecnico voluto dal sottosegretario Morrone per arginare i nefasti effetti che quotidianamente si stanno producendo a seguito dell’entrata in vigore della riforma Orlando che ha eliminato l’autonomia, l’indipendenza e la dignità del giudice di pace come dei giudici onorari di Tribunale e dei Vice Procuratori Onorari”.
sono pendenti ancora la causa C-600/17 Cipollone e la causa C-626/17 Rossi + 900 giudici onorari, sospese in attesa della definizione della causa C-472/17 Di Girolamo.