I dati di Cassa Forense parlano chiaro: per fare (quasi, non del tutto) il reddito di un avvocato, ci vogliono i redditi di due colleghe. E’ il tema annoso del gender gap, che investe in pieno anche l’avvocatura italiana. Un problema di cui si discute spesso, ma che raramente vede proporre soluzione concrete.
Di questo si parlerà – ma nel senso che abbiamo spiegato, dunque cercando proposte e misure pratiche da sottoporre al legislatore – in occasione del prossimo Congresso dell’ADGI, l’Associazione Donne Giuriste Italiane, in programma a Napoli il 17 e 18 giugno. I numeri sono preoccupanti e mostrano quello che è stato definito come un vero e proprio abisso retributivo, per scavalcare il quale occorre sommare il reddito di due donne avvocato, per sfiorare appena quello di un uomo: 23.576 euro contro i quasi 51 mila.
“Al motto di #genedergap noi ti abbatteremo, studieremo le contromisure da adottare per restituire all’Avvocatura la parità di genere che merita – spiega il Presidente Nazionale dell’ADGI, Irma Conti – non a caso il tema del congresso è ‘oltre le quote’: le donne non hanno bisogno di recinti protetti, ma di politiche capaci di annullare i limiti che le trattengono, dagli asili nido alle misure fiscali”.
Di assoluto rilievo il parterre dei relatori attesi alla due giorni dell’ADGI, che torna a riunirsi dopo due anni di pandemia, da Antonio Tafuri, Presidente Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, al Sindaco Gaetano Manfredi; da Giovanni Melillo, Procuratore Nazionale Antimafia, al Procuratore Aggiunto Vicario Rosa Volpe, fino al Presidente del Tribunale di Napoli Elisabetta Garzo.